
Ritorno a Mosciano
Ritorno a Mosciano
Ruotano lenti i pneumatici sull‘asfalto
che da Mosciano Stazione porta su
per il paese dalla contrada vecchia.
La strada, dolcemente in dislivello,
a mezza via si fa repentinamente
tortuosa e ripida. I tre tornanti
a serpentina risvegliano lo sforzo
muscolare per le pedalate in bici,
di quando, a metà degli anni Settanta,
frequentavo le medie. Era un sollievo
il tratto pianeggiante che seguiva,
e poi l‘arrivo in paese, a Mosciano.
I colli e le valli in scambio tra loro
ridestan ricordi che giacevan in me
da anni lontani, eppur a me vicini.
Un passante spinge carica la bici;
c’è un cane in cortile che abbaia eccitato.
Poche case a rompere valli supine;
ne han costruito nuove, e le vecchie son lì,
con gli alberi e le vigne a far compagnia.
Ora salgo senza fatica, seduto,
agiato nella mia berlina tedesca.
Ad accogliermi in piazza c’è la rotonda,
fedelmente attorniata da auto in sosta,
ma nuove. L’ho salutata in un sussulto
abbracciandola con un giro d‘auto intorno.
Il bar dell‘angolo è ora salumeria,
e mi risuona nella mente “M‘innamorai”
del Giardino dei Semplici, dal juke-box
a cento Lire, in sonno eterno anche queste.
La Farmacia Moretti, sempre lì, ma ormai
curata dai figli – Sergio il mio compagno;
il libraio che vendeva libri di scuola
fa l’assicuratore dopo aver ceduto
il posto a mani garbate, più giovani;
dei poster pubblicizzano consulting
incollati sulla vetrina del coiffeur,
ma c’è aria di deserto. Il fornaio,
dove mi caricavo di maritozzi
freschi per la ricreazione, ancora lì,
con la stessa commessa, un po’ più matura.
E poi la scuola, ormai invasa da uffici
comunali, affianco alla chiesa avvolta
da ponteggi per un rinnovo esteriore.
Vado a prender un caffè, in un bar nuovo.
Pago il conto e saluto questo paese
in cui versai le primavere libere
della mia adolescenza infatuata,
con un sentore di felicità nostalgica.
Timoteo Lauditi, 26 aprile 2003
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"Più vivo e più mi accorgo di non conoscere che il sussurro della vita, e mi ci vorrebbe l’eternità per coglierne la pienezza. Le parole meno sono e meglio è, per non sovrastare quel filo sonoro che dall’universo sentiamo: quindi la poesia è l’involucro più adatto per catturarne le note. A questa dedico ogni tanto il mio tempo, intrecciando dell’infinito cammino gli effimeri istanti, mentre continuo la ricerca di Colui che ci ha fatto il dono della superba prima arte: la poesia." Timoteo Lauditi ha scritto poesie in vari periodi della vita, che ora raccoglie sul proprio sito web timoteolauditi.ch. Nel 2019 ha vinto come 1° classificato al primo concorso di poesia cui abbia partecipato, al concorso “È tempo di versi” della Compagnia dei Poeti Erranti. Nel 2020 ha partecipato a dei reading di poesia in trasmissioni radio: Radio Onefive nel contest “E All’Ora Si” di Paola Minussi e presso R102 nel contest “Sulle Ali Del Pensiero” con altri poeti. Nel 2021 riceve il Premio al Merito Culturale al concorso "Amor ch'a nullo amato amar perdona" e partecipa alla lettura ininterrotta dell'intera Divina Commedia al 700. anniversario della morte di Dante Alighieri nel Piccolo Museo della Poesia a Piacenza.