SESSANTA INVERNI
SESSANTA INVERNI
Era l’Italia delle Cinquecento
Di fabbriche a Torino e di migranti
Vespe Piaggio, Lambrette e Lire cento;
C’era la nuova RAI in bianco e nero
Con in tivù canzoni di Sanremo.
Poi Cinecittà, Fellini e Dolce Vita.
Le ceneri fumanti della guerra
Ancora calde sotto quel progresso;
Ma il mondo non era più lo stesso.
Quel dicembre del cinquantanove
Due anime vaganti non già acerbe
Univano le sorti a vita nuova
Formando come si usava allora,
Il diciassette, una famigliola:
La fuga facile a un mondo nuovo.
Quattro i rampolli da lor spuntati
Tra un inverno a caval dell’altro
A riempire allegri i loro giorni.
E pareva dovessero restare
Per sempre, o sol quel tempo di imparare,
Che alla fine han tutti preso il volo.
Sessanta son gli inverni già trascorsi
E con essi non pochi i percorsi
Principiati e ritentati con fatica,
Perseguiti con costanza e sofferenza
Per catturar per sé quella chimera
Che ugual per tutti è la felicità.
Ma osservando oggi in questo giorno
A memorar la loro lunga vita,
Con la fuga da quel distante inverno
Han davvero fatto un mondo nuovo:
Una famiglia che a cerotti e baci
Sta con lor per celebrare tra braci
I lor sessanta lunghi inverni.
Per questa vita noi figli vi siam grati
Che quel che siamo tutti diventati
Siete anche voi con noi in qualche modo
Partecipi e colpevoli di averci
Educati a svernar gli inverni
Di questa dura e pur dolce vita.
Timoteo Lauditi, 28.12.2019
A mamma e papà
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Fiorella Decam Mi ha fatto commuovere 🥺👏👏