La qualità inizia dove non ci sono errori
La qualità inizia dove non ci sono errori
Ieri ho iniziato a leggere un libro di cui non menziono l’autore né il titolo per rispetto verso di lui. Però menziono la casa editrice: è la Zaccara Editore di Lagonegro in provincia di Potenza. Il libro porta la data di pubblicazione dicembre 2021. Tipografia Grafiche Zaccara – Lagonegro.
Ho letto dieci pagine e ho trovato almeno 20 errori grammaticali e di punteggiatura, dunque non refusi ma veri e propri errori. Leggere così è irritante: credi di avere letto male e torni a rileggere; sei costretto sempre a tornare indietro per capire perché è proprio scritto male.
Non so le condizioni di contratto, visto che la cosiddetta CE è anche, o forse principalmente, una tipografia. Però si presenta come CE, addirittura si vanta sul sito web che un suo libro anni fa fu menzionato al TG1, e sotto la rubrica “Servizi“, nella loro pagina FB, scrivono: “Correggiamo con massima cura il tuo scritto, segnalando in modo chiaro gli errori grammaticali e suggerendo modifiche linguistiche e strutturali, con lo scopo di presentare un testo di ottima qualità”.
Una CE dovrebbe leggere e correggere i testi che pubblica almeno per tutelare il proprio nome di editore. Invece le CE danno la completa responsabilità degli errori all’autore, facendogli pure firmare una liberatoria. Ma il lavoro di editing dov’è rimasto?
‘Editing’ viene definito così: “Revisione e messa a punto redazionale, effettuata prima dell’invio in composizione del testo consegnato dall’autore.”
Quindi l’autore consegna il testo e l’editore lo revisiona e corregge prima di inviarlo alla stampa. Riversare la responsabilità unicamente sull’autore è paragonabile al lavarsi le mani di Ponzio Pilato. Mettere il proprio marchio CE su un’opera non controllata e revisionata sarebbe come se un chirurgo facesse operare un paziente da un suo collega e mettesse la firma sulla cartella clinica dopo l’operazione andata male; come se Da Vinci firmasse la mia copia della Gioconda e se ne assumesse la paternità.
Fregiarsi di marchio CE pubblicando una bozza invece di un libro finito è la dimostrazione della mediocrità italiana. (Vedo in molti settori e istituti pubblici solo mediocrità, che rendono ridicolo chi lavora con passione e professionalità).
La qualità inizia dove non ci sono errori.
È irritante, non solo deludente, scoprire che gli italiani furono solo Michelangelo, Verdi, Donizetti, Da Vinci, Dante, Petrarca, Fermi, Leopardi, Ungaretti e tutti i nomi dei grandi che hanno lasciato una traccia. Noi altri, che ci sentiamo orgogliosi di averli come ‘antenati illustri’ e che spesso ci innalziamo nazionalisticamente contro gli stranieri, non meritiamo di legare loro i lacci dei sandali.
Non siamo italiani.
Oppure non erano italiani loro, cosa molto più probabile.