Motivazione poetica
Quando poetiamo, alcune figlie le scriviamo di getto e le lasciamo con piccolissimi ritocchi sulla carta.
Per altre ci ‘perdiamo’ più tempo: Quando vogliamo esprimere dei concetti in versi, vogliamo creare un tema e presentarlo in modo non occlusivo per chi legge, comunque ermetico, perché ognuno possa leggere la propria anima. E ciò richiede tempo.
Domanda: perché i poeti usano questo tempo per delle semplici parole? che nemmeno tutti apprezzeranno?
Per vanagloria? bisogno di profilarsi? tendenza al protagonismo? ricerca di like?
Nulla di tutto questo spinge me a ‘sprecare tempo’ in quest’arte.
È piuttosto il desiderio di creare qualcosa di bello e di donarlo al mondo; di creare una stanza in cui chi legge possa ritrovarsi per un attimo solo con sé stesso, e dopo aver assaporato la solitudine, sentirsi parte di un mondo in cui tutti abbiamo fondamentalmente gli stessi bisogni.
Il desiderio del dono spinge alla poesia.
Cosa spinge te a scrivere poesie? Scrivi i tuoi pensieri nei commenti.
Timoteo Lauditi, oggi.
All’inizio scrivevo per soddisfare il bisogno di esprimere le mie emozioni, lasciarle andare come il fiume che corre al mare. Poi col tempo mi sono accorta di scrivere per raccontare le cose invisibili che mi circondano; i piccoli misteri quotidiani celati nell’universo umano e nella natura. Partendo da scintille interiori per esprimere concetti universali e donarle a chi le vuole trasformare in fuoco.
Mi piacerebbe chi e perché, dieci anni fa, mi ” impose” di passare dai racconti e narrativa, alla poesia.
Perché mi sentii costretta da una Forza e da una Voce interiore, a scrivere versi su un tovagliolo bianco.
Perché ogni giorno, e più volte al giorno, in auto, in un supermarket, con i nipoti, al cinema, al mare, in aereo, dovessi scrivere sul quaderno che mi portavo sempre dietro.
Fintanto che non imparai a scrivere le poesie sul cellulare, scoprendo la comodità di vergare, correggere in breve tempo, seppure senza più il profumo del foglio impresso delle mie emozioni, ma per ogni scelta si paga un obolo.
Vorrei Sapere chi in un giorno mi dettò dieci poesie, l’ultima mentre mi stavo addormentando: – Oh no, basta- ora basta.
Ma vinse lei.
Quindi il ” Perché” caro Timoteo, chiedilo alla mia Voce interiore.
Cara fatina blu, la tua voce interiore, il tuo alter ego, ti ha consigliato benissimo. Io sul cellulare ancora non riesco a scrivere, e spero di non riuscirci mai. (Però a volte uso il computer 😉 )
Una bella domanda. Perchè….scrivo poesie? Faccio fatica ad esprimere le mie emozioni a parole in un confronto tra miei simili. La poesia è la strada espressiva che supera attraverso il tratto visivo il mio disagio. È dialogo con gli altri anche con chi non mi leggerà mai. È preghiera che rivolgo ogni giorno alla bellezza del creato e all’ animo dell’ uomo che percepisco imperfetto.
Sono d’accordo con te Antonella, anche io ho l’impressione di dialogare, con o senza interlocutrice. Grazie per il commento.
Scrivo poesie perché ho bisogno di comunicare attraverso la parte più pura di me: la mia interiorità. Senza vergogna, senza paura del giudizio, le mie poesie raccontano un mondo interiore…
Grazie per il tuo commento Iole. Credo che scrivere poesie sia anche un modo per giudicarsi e assolversi, quando queste riguardano la nostra interiorità. Ecco perché sono così umane, divinamente umane.
Scrivo poesie da quando ero bambina. Io 18 gennaio saranno 50 anni. Per me la poesia è un dono innato ed è naturale come il battito del cuore. I miei versi sono come un diario di vita e saranno il testamento che lascerò al mondo. Scrivo per esprimere me stessa, la mia filosofia, le mie impressioni su ogni cosa che mi colpisce. Ogni poesia è una parte di me.
Grazie per il tuo intervento, Mariangela. Con la poesia se ne va un pezzetto di noi, eppure non ci consumiamo a lasciarle andare.