Gramsci e il suo “odio per gli indifferenti”
Carissima Sandra,
Scusami se non ti ho risposto l’altro giorno su FB, ma non avevo tempo di farlo in modo esaustivo. Voglio dire che rispetto il tuo dissenso sulla mia posizione sul voto e che non ti odio come fa Gramsci con chi non vota 😉
Probabilmente voterei anche io se non ci fossero le premesse che mi guidano da una vita. Anche a me piace essere attivo nella società, e credo non bisogna essere indifferenti a quello che accade intorno a noi.
Gramsci lamentava che gli indifferenti poi si lamentano di come vanno le cose, e aveva ragione. Se non fai nulla, perché lamentarti? Ma io non mi lamento, perché o voti sì o voti no, il mondo non si migliora solo con il voto; e se migliora, dopo un po’ tira vento e le cose ritornano come prima. Nessuna politica può portare il cambiamento radicale che ci permetterà di vivere in equità, pace e armonia. La storia lo ha dimostrato ampiamente.
Secondo la Bibbia il mondo come è oggi è destinato a essere distrutto. Non la terra, non gli esseri umani, ma la politica, i governi, le religioni, l’impero finanziario, tutti elementi che opprimono le persone. Daniele 2:44 parlando del Regno di Dio (quello del Padre Nostro: “Venga il tuo Regno”, ricordi?) dice che “stritolerà tutti i regni” di oggi e regnerà per sempre sugli esseri umani creando condizioni di pace e armonia. Saranno gli esseri umani a dover lavorare per il cambiamento, ma il Re creerà le condizioni eliminando la malvagità.
Quindi io non partecipo alla politica per i seguenti motivi:
- Gesù disse: “Il mio regno non fa parte di questo mondo” e dei suoi discepoli disse “loro non fanno parte del mondo, proprio come io non faccio parte del mondo”. Giovanni 17:16.
- Gesù è il re di un regno celeste che presto prenderà il posto di quelli terreni (come indicato sopra) e io ho già votato e non cambio Gesù per un governo incapace.
- Noi Testimoni di Geova teniamo in alta stima l’unità mondiale tra di noi, indipendentemente dal colore della pelle o provenienza. Nelle religioni che si immischiano nella politica c’è molta divisione tra gli aderenti. Se noi TG prendessimo parte attiva alla politica, saremmo divisi come il resto del mondo. Leggo nei post su FB come molti che non sono dello stesso partito politico si mancano gravemente di rispetto, non sono disposti a confrontarsi e si insultano gli uni gli altri, cominciando dai politici stessi. Qualsiasi notizia è buona per accusare quelli di destra o quelli di sinistra. Per uscire dai problemi il mondo ha bisogno di pace non di litigi, di armonia non di confusione, di unità non di divisione, di collaborazione non di lotta per il potere.
- Se dovessi votare per qualcuno che poi governa male sarei colpevole di quello che farà. Porto la colpa con lui. È associazione a delinquere.
Pensa a chi un secolo fa ha votato Mussolini. Puoi obiettare che se avessero votato tutti (a quel tempo non potevano farlo tutti) i fascisti non avrebbero vinto. Io penso che avrebbero vinto ugualmente, perché avrebbero truccato i voti, e non c’era l’Unione Europea che reclamava, come ha fatto con la Bielorussia ultimamente. Gli anni 20 del secolo scorso era il tempo di grandi sconvolgimenti mondiali, di violenza e odio.
Gramsci in quel tempo esaltò il dovere al voto, della partecipazione alla vita politica. Tu pensa se tutti avessero votato il suo partito come sarebbe stata diversa la vita! Il partito che fondò, se avesse preso piede come in Russia, altro che democrazia e diritto di voto! Quando nel 1989 cadde il muro di Berlino si cominciarono a vedere i danni che il comunismo ha fatto in 70 anni in Russia e in tutti gli ex paesi dell’URSS, e in Cina non è ancora finita.
Molti si sono battuti per il PC e in Italia hanno ucciso per quell’ideologia, come p.es. le BR. Dopo la guerra prese piede la DC, e i suoi politici hanno stretto le mani mafiose per far girare denaro e voti. E poi uscì alla luce Tangentopoli, politici che rubavano e si arricchivano abusando del loro potere. Coloro che hanno votato hanno cominciato a lamentarsi, proprio il contrario di quel che disse Gramsci. E votando sono colpevoli anche loro del male che col voto hanno promosso.
Oggi non c’è più il PC e nemmeno la DC di allora. Alcuni dicono che stiamo tornando alla dittatura con il governo attuale, dunque a cosa sono servite le lotte passate, le campagne politiche, le discussioni, le manifestazioni, i morti per le libertà? Cosa hanno portato se non altro che divisioni?
Anni fa lessi la biografia di Nelson Mandela. La sua prima moglie Elena diventò Testimone di Geova e non prendeva parte alle lotte politiche del marito contro la discriminazione razziale. Lui disse che non gli piaceva la filosofia dei Testimoni di aspettare pregando che il Regno di Dio portasse giustizia. Disse che siamo noi a dover portare i cambiamenti. Combatté per eliminare l’Apartheid. Fu imprigionato per 27 anni e poi quando uscì dal carcere fu eletto presidente del Sudafrica. Se guardi il Sudafrica oggi, Sandra, non è un paradiso. Governavano male i bianchi e governano male i neri. La criminalità e la povertà sono ancora oggi una grande minaccia per la nazione. A cosa sono serviti 27 anni di carcere per Mandela? Lui non ha portato il cambiamento. È stato dimenticato in carcere per quasi 3 decenni. È stato liberato solo perché il mondo era cambiato. In quegli anni i Testimoni di Geova bianchi e neri non si combattevano tra di loro, perché si consideravano fratelli. Non prendevano parte alle lotte politiche, non perché erano indifferenti alla discriminazione, ma perché sapevano che la politica non porta la soluzione.
Quando Gramsci faceva politica, mio nonno cominciò a studiare la Bibbia e venne a conoscere il proposito di Dio per l’essere umano. Capì di non poter sostenere la politica. Insieme al cugino di sua moglie e diversi altri non votarono al tempo di Gramsci. Non votarono per il partito fascista, e nemmeno contro. Ma non si lamentarono di come andarono le cose. Quando furono chiamati a sostenere Mussolini, quali buoni cristiani si rifiutarono di imbracciare le armi e andare in guerra. Non sostennero la violenza. Furono incarcerati. Verso la fine della guerra il cugino di mia nonna, Domenico Giorgini, si trovò al confino nell’isola di Ventotene insieme a Sandro Pertini. Pertini come partigiano, Giorgini come Testimone di Geova. Pertini alla fine gli disse: “Io sono qui perché ho ucciso e tu perché non vuoi uccidere”. Erano entrambi coraggiosi e non indifferenti. Si rividero quando Pertini diventò presidente.
In Germania Hitler, quando nel 1933 ascese al potere, fece subito incarcerare e mettere nei campi di concentramento i Testimoni di Geova. Alcuni vi passarono 10 anni, fino alla fine della guerra. Da 1500 a 2000 Testimoni di Geova morirono nei campi di concentramento per non avere sostenuto il partito nazista. Non erano indifferenti: avevano preso posizione con coraggio e predicavano la fine del nazismo. Le chiese protestante e cattolica invece sostennero con man forte Hitler e prendevano parte attiva alla politica, come anche il papa. Molti tedeschi sono vissuti con i rimorsi per aver votato e sostenuto la macchina di Hitler. Si vergognano ancora del loro passato. Ma non i Testimoni.
Ti racconto un aneddoto di un caso nel Canada quando il non saluto alla bandiera portava all’espulsione dalle scuole. Quando aveva solo 11 anni una ragazza fu inaspettatamente messa alla prova da un insegnante. Una mattina durante le lezioni notò che l’insegnante aveva portato fuori della classe una sua compagna per qualche minuto. Poi, poco dopo, l’insegnante chiese anche a lei di accompagnarlo nell’ufficio del preside. Quindi le ordinò di sputare sulla bandiera canadese. Le disse che dal momento che lei non cantava l’inno nazionale né salutava la bandiera, non c’era motivo per cui non dovesse sputare sulla bandiera. La ragazzina si rifiutò di profanare questo simbolo del paese. Spiegò che i testimoni di Geova rispettano la bandiera sebbene non la adorino. Quando l’insegnante vide che era irremovibile, tornarono entrambi in classe. Una volta in classe, l’insegnante annunciò che aveva appena compiuto un esperimento. Aveva portato nell’ufficio del preside due alunne, una alla volta, e comandato loro di sputare sulla bandiera. Benché la prima alunna partecipasse alle cerimonie patriottiche, sputò sulla bandiera quando le fu ordinato di farlo. Viceversa, spiegò l’insegnante, la TG aveva princìpi elevatissimi. Pur non cantando l’inno nazionale e non salutando la bandiera, si era rifiutata di disonorare in quel modo la bandiera. L’insegnante disse che era lei quella che mostrava giusto rispetto.
Ecco cara Sandra, perché non bisogna odiare chi non vota. Non sono indifferenti, ma coraggiosi.
Un abbraccio
Timo
PS Scusami del lungo romanzo ;.)