Con l’arco sul cuscino sei solamente
Un legno ameno e grazioso. Hai bisogno
Di un abbraccio, di colui che piega il collo
Su di te, e ti accarezza sul ponte
Per farti cantare, perché tu possa
Cullare col tuo pianto
ché mentre esso percorre la sua via
ci consuma e ci spegne lentamente,
e dopo averci fatto scendere,
senza arrestarsi, ci lascia lì,
immobili, smorti, estinti.
Vittime dimenticate riportate alla luce,
fatte rivivere a forza, per sapere.
Testimoni di una fede salda
che condanna i manichini di allora,
e quelli di oggi.